Microfiltrazione e Ultrafiltrazione: quali sono le differenze?
L’acqua, grazie alle sue proprietà, incorpora qualsiasi cosa possa incontrare sul suo percorso, perciò non attrae soltanto quello che deve, ma purtroppo anche tutte le sostanze indesiderate e inquinanti prodotte dall’uomo; perciò per pulire la nostra acqua da tutte queste impurità, abbiamo bisogno di filtrarla con appositi sistemi di depurazione dell’acqua.
La filtrazione, di per sé, è molto semplice nel suo funzionamento: l’acqua viene fatta passare attraverso uno o più filtri pieni di fori (la cui larghezza è misurata in micron, ovvero µm) che trattengono le sostanze indesiderate (quelle con una dimensione superiore ai fori presenti nei filtri) e lasciano passare l’acqua privata di quest’ultime; il problema è che la maggior parte di queste sostanze sono piccolissime, per cui fermarle non è così semplice e bisogna ricorrere a sistemi di depurazione più performanti, come quello ad osmosi inversa.
Microfiltrazione e Ultrafiltrazione
La tipologia di filtrazione, viene classificata a seconda della larghezza dei fori presenti sui filtri stessi; essa indica anche la capacità filtrante di un sistema di depurazione che distingue un impianto da un altro.
Il più comune e il più semplice in assoluto è il sistema a microfiltrazione, che può essere formato da un filtro composito o da una coppia di filtri; nel secondo caso abbiamo:
- il primo filtro a sedimenti (misura fino a 10 µm), il quale trattiene le sostanze più grosse, visibili a occhio nudo (tipo l’accumulo che si trova nei beccucci dei rubinetti quando vengono smontati)
- il secondo filtro a carboni attivi (misura dai 0,2 ai 5 µm), il quale trattiene sia il cloro, sia i sottoprodotti clorurati
La microfiltrazione migliora lievemente il sapore dell’acqua, grazie all’eliminazione del cloro, ma sicuramente non può nulla contro la maggior parte delle sostanze chimiche inquinanti presenti nell’acqua; inoltre non diminuisce minimamente il residuo fisso e i nitrati.
Questa tipologia di filtrazione viene impiegata dove l’acqua è già leggera di base e l’unico problema è costituito dalla presenza del cloro, ma sicuramente non è in grado di rendere leggera un’acqua pesante o calcarea; per ottenere un risultato migliore è necessario utilizzare sistemi di filtrazione più performanti, come ad esempio l’ultrafiltrazione.
L’ultrafiltrazione, a differenza dalla microfiltrazione, è dotata di una membrana che filtra l’acqua dopo il passaggio nei primi due filtri sopracitati (sedimenti e carboni attivi); la vera differenza, ovviamente, risiede proprio nel fatto che questa membrana aggiuntiva possiede dei fori di dimensioni molto più piccole rispetto ai semplici filtri della microfiltrazione.
La larghezza di questi fori è compresa in un range tra 0,001 e 0,1 µm ed è in grado di trattenere i virus, i batteri, le sostanze organiche in sospensione e i pesticidi, oltre al cloro; nonostante questa capacità filtrante maggiore, l’ultrafiltrazione non è in grado di modificare e alleggerire il residuo fisso o le sostanze più piccole della larghezza dei propri fori.
Anche l’ultrafiltrazione solitamente viene impiegato dove l’acqua è già leggere o poco inquinata, per via della sua ridotta capacità filtrante; nei casi in cui serva una pulizia più approfondita dell’acqua o nel caso in cui sia necessario alleggerire l’acqua da molteplici sostanze inquinanti microscopiche, l’unico sistema resta quello dell’osmosi inversa (di cui abbiamo già trattato in un precedente articolo).
Un esempio di impianti ad ultrafiltrazione? Il nostro FLUX: frigogasatore installabile sotto al lavello della cucina, in grado di produrre acqua ultrafiltrata naturale, refrigerata e frizzante.
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